La Chiesa di Sant’Anna si trova a circa due chilometri dal Castello di Collamato su un piccolo colle che prende il nome della Santa titolare.
Nella circostante campagna esisteva un consistente abitato, la cosiddetta Villa di Sant’Anna, scomparsa a seguito di una terribile pestilenza che ne aveva decimato la popolazione nella seconda metà del XIV secolo.
I toponimi tuttora conosciuti come Casarrini (“Casarum Ruinae”) che indica l’antica località dove si estendeva il villaggio, Ospedale (luogo dove probabilmente sorgeva un monastero benedettino femminile sotto il nome di San Pietro) e Cimitero (luogo distante circa 400 metri dalla chiesa dove era stata sepolta gran parte della popolazione decimata dalla pestilenza).
Alla chiesa, di origini molto lontane, era annesso un monastero benedettino maschile a cui la chiesa apparteneva e le cui tracce sono tuttora visibili nei resti delle circostanti costruzioni rurali. Si possono notare sui muri pietre nere e quindi più antiche alternate a radi tratti di intonaco e di mattoni che indicano riparazioni più recenti.
All’interno della chiesa, nella parete d’altare, si possono ammirare degli affreschi risalenti a diverse epoche di realizzazione. Negli affreschi sono tre gli elementi inneggianti alla madre della Vergine, i due laterali, realizzati da uno stesso autore, ed una Sant’Anna Metterza nella parte centrale, con la Vergine ed il piccolo Gesù, tra San Rocco e San Sebastiano.
Nella parte sinistra dell’affresco è raffigurata Sant’Anna Metterza in trono, mentre nella parte destra viene ritratta Sant’Anna con la Vergine Bambina con in mano l’usuale libro (tema che l’artista Antonio da Fabriano aveva trattato a Gualdo Tadino con l’iconografia di Sant’Anna Metterza).
Gli affreschi furono commissionati da Anna di Simone Vagni di Cerreto nel 1481, come si legge sotto lo scomparto di sinistra la cui iscrizione, oggi parzialmente leggibile, venne riportata integralmente dallo storico Romualdo Sassi e che recita:
[Hoc opus] FIE[ri] FECIT [Anna] SIMONIS VAGNI DE CERRETO A[nno 1481].
Gli affreschi di Sant’Anna sono menzionati anche nella “Guida artistica di Fabriano” del professor Bruno Molaioli ed in diverse pubblicazioni di storia dell’arte. Sono in corso degli studi per stabilire la paternità degli affreschi che, per alcuni elementi e per il linguaggio artistico possono far riferimento, per i due laterali, all’artista Antonio da Fabriano ma anche al Maestro di Collamato per la raffigurazione centrale.
Sempre dietro l’altare, attraverso uno stretto cunicolo che si apriva sul pavimento, scendendo per circa due metri, si accedeva ad una specie di grotta scavata nell’arenaria: un altro cunicolo collegava la grotta in questione, ai fabbricati retrostanti. I due cunicoli stanno a significare che la chiesa era comunicante con il probabile annesso convento.
Il sisma del 1997 danneggiò gravemente la copertura che fu restaurata dal geometra Giancarlo Marinelli. Nel 2023 sono stati effettuati lavori di rifacimento della pavimentazione interna della chiesa, gravemente compromessa, e dei camminamenti esterni studiati per abbattere le barriere architettoniche e permettere la piena accessibilità alla visita a persone con disabilità motoria e sensoriale.
Il plesso è stato dotato anche di servizi igienici per disabili e di un adeguamento software per la fruizione innovativa con QR code per l’accesso a file multimediali, nonché a trascrizioni delle informazioni storiche e delle immagini degli affreschi in linguaggio Braille.
La Chiesa cattolica, con papa Sisto IV, ha fissato la data della memoria liturgica di Sant’Anna al 26 luglio. Anche la Chiesa ortodossa celebra la festa di Sant’Anna il 26 luglio, Anna e il marito Gioacchino vengono venerati anche dalla Chiesa copta.
La Santa è invocata come protettrice delle madri e delle partorienti che a lei si rivolgono per ottenere da Dio un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente per poterlo allevare. É patrona di molti mestieri legati alle sue funzioni di madre, tra cui i lavandai e le ricamatrici.
Sempre molto viva è stata la devozione dei collamatesi per la Santa, sotto la cui protezione si sono posti in tutti i momenti di maggior pericolo, ottenendo sempre l’aiuto richiesto, tanto che tale devozione centenaria è giunta fino a noi. Ancora oggi, il 26 luglio di ogni anno, folti gruppi di fedeli si recano al colle di Sant’Anna ove sorge la chiesa per pregare e trascorrere in spensierata e sana allegria una distensiva giornata tra il verde morbido dei prati, nei campi tagliati da numerosi filari di viti, sotto l’ombra accogliente degli alberi, che invita a gustare genuine ed appetitose merende, nel silenzio appena rotto dal venticello che aleggia nella sera calante, lontano dal frastuono e dal rumore della città. É ormai consuetudine che il Vescovo diocesano sia presente alla celebrazione della Santa Messa dedicata alla Santa del 26 luglio.
La chiesa, i fabbricati e le terre adiacenti erano di proprietà del geometra Giancarlo Marinelli, scomparso nel 2013, a cui è succeduta la figlia Gigliola, con il forte desiderio e convincimento di valorizzare ed aprire al pubblico questo capolavoro del tredicesimo secolo con il prezioso contributo dei collamatesi che da sempre hanno custodito con molta cura e dedizione la chiesa di Sant’Anna.